Il piacere femminile resta ancora un mistero da indagare. È qualcosa di soggettivo, difficile da ricondurre a parametri quantificabili. Parlarne, però fa sempre bene.

Mentre per i maschietti il raggiungimento del piacere è qualcosa di semplice, poiché in genere eiaculazione e orgasmo sono due fenomeni sovrapponibili, il piacere femminile è molto più complesso e l’esperienza di non raggiungere l’orgasmo durante il rapporto è diffusa.

Si può definire e classificare il piacere femminile?

Come afferma la sessuologa Roberta Rossi, autrice del saggio “Vengo prima io”, anche se ci sono dei parametri oggettivi, come sensazione di calore, lubrificazione e contrazioni involontarie dei muscoli che circondano la vagina, per la maggior parte delle donne l’orgasmo è un’esperienza soggettiva. “Per alcune si tratta semplicemente di piacere più o meno intenso, altre hanno una reazione di pianto o arrivano a perdere la sensazione del tempo e dello spazio” spiega la sessuologa.

Quali sono i fattori che possono influenzare il raggiungimento del piacere?

Non c’è dubbio che l’orgasmo femminile nasca dal cervello: tanto che può manifestarsi anche durante un sogno, senza nemmeno un contatto fisico. I fattori psicologici, quindi, giocano un ruolo molto importante.

Anche il contesto culturale ha una forte influenza.

Come spiega la Dott.ssa Rossi “Se il messaggio che arriva dalla cultura dominante è che le donne non debbano provare piacere, questo diktat viene introiettato e rischia di non lasciare spazio alle sensazioni che si proverebbero”.

Ci sono donne che hanno paura a lasciarsi andare.

Può dipendere da un’educazione rigida, che non abitua al concetto di piacere oppure che favorisce la diffidenza nei confronti degli uomini. Ma, a volte, emergono dal passato ricordi di violenze o molestie.

L’impossibilità di arrivare al piacere (anorgasmia), può dipendere anche da cause fisiologiche, traumi o malattie neurodegenerative, uso di antidepressivi.

Il piacere femminile si può apprendere.

Per le donne, l’orgasmo ha una componente di apprendimento molto importante: a provare piacere si impara, e per riuscirci servono serenità e confidenza con il proprio corpo. In questo senso, l’esplorazione del proprio corpo attraverso l’autoerotismo è sicuramente utile.

No allo stress.

Ancora oggi è diffusa l’idea che l’orgasmo “vero” sia quello legato alla penetrazione. Ciò può portare a vivere come patologica la difficoltà a raggiungere l’orgasmo senza stimolazione clitoridea che è invece una condizione piuttosto comune. Ma non esistono un orgasmo clitorideo e un orgasmo vaginale, c’è un solo tipo di orgasmo, prodotto dalla stimolazione diretta o indiretta del clitoride.

Quindi state tranquille: per vivere un’esperienza sessuale gratificante serve tempo. Il consiglio è di godervi il viaggio senza pensare al traguardo!

Fonte: Le Scienze, febbraio 2020

Testo citato: Vengo prima io, di Roberta Rossi

Redazione Mettiche

Ultimo aggiornamento: 4 novembre 2020

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