Il filosofo E. Kant vedeva nella accelerazione del progresso l’imperativo categorico della umanità.
La parola chiave oggi è last minute. E il calendario con la sua scansione dei giorni è stato sostituito dall’orologio invisibile. Un timer che sovrappone e confonde il tempo individuale con il tempo collettivo. Sembra quasi non esistere più quella dimensione del tempo personale e individuale, dacché non c’e’ più nessuna attività e/o tempo privato: si è connessi in ogni luogo e in ogni momento della propria vita. Nella propria auto, camminando, facendo sport, in metro e talvolta anche nella toilette.
La rete ci mette in connessione a tempo 0 (zero) con gli altri 6 miliardi e mezzo di persone nel mondo. Ma poi rischia di isolarci, facendoci “perdere” la connessione con le persone che vivono accanto a noi e/o nella nostra stessa casa. Il paradosso della “tempistica on line” è rappresentata dal sapere e magari vedere con una webcam ciò che accade in Australia ad un nostro amico e ignorare completamente ciò che accade magari a chi vive con noi ma semplicemente è in un’altra stanza della nostra abitazione.
Andare sempre di fretta, le conseguenze emotive e psicologiche
Tutto ciò provoca un sentimento di estraneità, di solitudine, di malessere sino alla depressione. Allora, come ci insegna M. Heidegger nel suo “ Sein Und Zeit “ (Essere e Tempo), quale valore può rappresentare il Tempo ogni volta che lo separiamo dall’Essere e lo associamo, potremmo dire, solo ad un Fare sempre più compulsivo?
Questa schizofrenia tra tempo-fare e tempo-essere genera una profonda ansia. Sennett R. definisce ciò come il divorzio tra mano e testa, la scissione tra capacità di pensare e capacità manuale. Il tempo è tempo dell’essere, della riflessione e poi c’e’ un tempo del fare e un tempo dell’azione. La nostalgica lettera di carta che richiedeva un “tot” di tempo (per leggerla,comprenderla,rispondere), è stata sostituita dall’e-mail che richiede velocità nella lettura ma ancor più nella risposta (spesso saltando la fase intermedia della comprensione del contenuto!).
Paradossalmente in un’epoca dove la vita si è allungata e le distanza geografiche si sono accorciate, il nuovo comandamento è “Non fermarti”…perché non c’e’ Tempo”. Eppure basterebbe ricordarsi che “…c’è un tempo per ogni cosa”… (Ecclesiaste 3.1.). L’ansia della “alta velocità” nella vita e non sui binari, si manifesta democraticamente in tutti. Manager e non, occupati e non, uomini e donne, adulti e giovani.
I sintomi di ciò che potremmo definire la “sindrome della alta velocità ” in the life, si manifestano in una iperattività del sistema nervoso vegetativo (SNA simpatico e parasimpatico). Precisamente in: tachicardia, sudorazione aumentata, formicolii mani e piedi, difficoltà digestive, nodo in gola, difficoltà a deglutire, nodo alla bocca dello stomaco. E ancora: testa vuota o leggera, diarrea, mani fredde,tensione motoria , dolori muscolari.
Le conseguenze nella vita relazionale e sessuale
L’accelerazione e l’andare sempre di fretta influenzano negativamente la qualità della vita. E interferiscono con il sano equilibrio della vita di relazione e della vita sessuale. L’eiaculazione precoce per gli uomini e alcune anorgasmie nelle donne hanno come eziologia psicogena o quale fattore di mantenimento la ansia della “fretta”.
La ribellione alla velocità permette di restituire al tempo la sua “essenza”. Ovvero il tempo è il contenitore in cui si svolgono gli eventi della vita siano essi più o meno significativi nell’esistenza. Il vero “lusso” delle società ricche è “avere il tempo di”, poiché più è ricca la società più essa appare povera di tempo!!
…”Ti fermerai sognando”…, diceva il testo di una famosa canzone (C.Baglioni, Avrai). E ricordiamoci che in musica, come nella vita, andare “Forte” non vuol dire “Veloce”!!
Redazione Mettiche
Ultimo aggiornamento: 18 maggio 2020
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